a dire il vero, da buon napoletano, anzi torrese, aprire un blog su me che vado ad Edimburgo, ancor prima della partenza, mi sembrava azzardato (leggi: porta jella). Ma la noia di questi giorni di agosto, quando tutti vanno via per le ferie e io resto qui, mi ha fatto crescere la voglia di buttare giù due righe. Da qui la scelta paracula di scrivere piuttosto che un blog su me che vado ad Edimburgo, un blog su me che navigo senza meta. Così ci passo anche per figo.
anyways, la scelta di partire mi è stata piuttosto naturale, per quanto ad alcuni sembrerebbe azzardata. Ho studiato inglese, ma non sono mai stato in quella terra che per cultura e lingua tanto ammiro, soprattutto per via di un discorso economico. Certo, potevo andarci per un week end, una settimana, ma per uno come me non avrebbe significato molto. Anche perché in una settimana non perfezioni la lingua e non respiri a pieni polmoni la cultura del posto. Ad ogni modo, non è stata una scelta così temeraria, o, almeno, non è partita come tale.
mentre ero a Bologna, nei momenti peggiori di angoscia da emigrante, pensavo "beh, sono venuto qui per non allontanarmi troppo, ma comunque sono lontano, tanto valeva allungare il passo ed andare all'estero". E già qui potrei chiudere il post. Andare all'estero, poi, avrebbe aggiunto quello spirito di realizzazione personale che avrebbe compensato eventuali attacchi di nostalgia. Ma, nonostante la mia duplice esperienza di emigrante, non avevo ancora il coraggio di fare la valigia da solo e partire, cercavo un appoggio anche minimo.
un giorno mi connetto a messenger e noto che uno dei miei contatti ha scritto "Glasgow" nel nick, era a lì a fare l'Erasmus fino a fine giugno. Un flash mi illumina: ho il contratto in scadenza a fine marzo (lavoravo alla Vodafone al 190) avevo messo abbastanza soldi da parte e avevo un appoggio. Inizio a informarmi sulla destinazione, chiedo un po' in giro. La mia preferenza era la Scozia per fascino, ma anche perché non volevo perdermi nel caos londinese. Però Glasgow mi tornava scomoda per migliorare l'inglese, dato che lì lo si parla con un forte accento. Inizia ad affacciarsi quindi Edimburgo, in realtà era sempre stata lì. Chiedo ovunque un paragone e l'opinione è quasi unanime. Ok, fanculo Glasgow, sticazzi l'appoggio, parto per Edimburgo.
ma una decisione del genere non la si prende così facilmente, occorre almeno un rito di passaggio, dovevo superare la conradiana linea d'ombra. Ad aprile torno a giù, rivedo i miei cari, rivedo i miei amici. Rapito dalla nostalgia, rincoglionito dai sentimenti, decido di non partire e di voler restare nel mio accogliente luminoso e radioso paese. Non ero in me, la paura, l'indecisione, la paura, la paura e l'indecisione, mi avevano offuscato.
a maggio torno a Bologna, dovevo ancora prendermi la patente (ebbene sì). Mentre sono lì l'agenzia interinale mi chiama: per una misura di sostegno al reddito, mi viene offerto di frequentare 5 giorni di corso su Office, con una retribuzione di 1000 euro. Altri soldi da poter investire. La mia mente inizia a vacillare, ma vaga ancora in uno stato caotico, non riuscendo a gestire la situazione. Per altre complicazioni, dovute anche ad un mio agire frutto della mia apprensione e confusione, viene a mancare l'ancora che mi teneva appigliatao al mio caratteristico e rinomato paese. Sbalordito, scosso, ancora più confuso, torno giù. Constatata la mancanza di legami, di resistenze, di appigli, recuperata per i cocci l'autostima e la forza, uscendone rinfrancato e libero, riprendo il progetto. Parto. It's now or never.
la cosa che più mi stupisce è la faccia che mi si fa quando dico che parto. Mi trovo davanti a un'espressione sconcertata e compassionevole. Nei giovani magari si nota un minimo di ammirazione, ma davvero un minimo, ma più si va avanti con l'età più aumenta lo sconcerto e la faccia da "poraccio lui" o peggio "ma questo è pazzo". Poi sarà che Edimburgo suona così esotica dal nome, magari dire Londra spaventerebbe di meno. Mi si chiede, con faccia ancor più preoccupata, "ma parti da solo? non hai nessuno?" e a questa mi incazzo. E' vero, ero il primo ad aver paura di partire da solo, ma è anche vero che non possiamo condizionare le nostre scelte in base agli altri. Non possiamo vivere di se e di ma, non potrei mai accettare di non aver realizzato un mio sogno "perché non avevo l'appoggio", è un discorso stupido. Il bello è che anche i ragazzi della mia età mi fanno questa domanda, e allora mi viene da pensare ai ragazzi canadesi, australiani, anche scozzesi e inglesi, che spesso ho visto girare con lo zainettone per Pompei o Sorrento. Alla fine, se dovessi partire per Milano, mi troverei di fronte alle stesse difficoltà. Spiego le mie ragioni, i miei studi, il mio odio verso il mio amorevole e amabile paese e Stato per estensione, solo lì l'espressione inizia ad aprirsi alla comprensione. Ma poi sopraggiunge uno sguardo distante del tipo "bah, contento tu".
riprendendo il post di un cavese a Dublino, non mi sento un eroe, non voglio farmi grande della mia impresa. Forse mi sento più vicino a un reietto, un apolide. Se devo dirlo chiaramente, nella mia scala dei valori, gli affetti sono al primo posto, per questo il mio ripensamento non era del tutto inaspettato. E' vero, il nostro paese non riversa in condizioni felici, ma non è solo per questo che vado via. Io sarei anche restato a lottare. Ma il destino ha voluto questo per me e io lo seguo senza rimpianti. Anzi, entusiasta: check my resumé! Potevo vivere un'anonima vita da torrese e invece, anche non essendone il tipo, almeno in partenza, fino ad ora ho vissuto nel vero senso della parola.
Gil Scott-Heron diceva "home is where the hatred is, home is filled with pain, and it might not be such a bad idea if I never, never went home again".
anyways, la scelta di partire mi è stata piuttosto naturale, per quanto ad alcuni sembrerebbe azzardata. Ho studiato inglese, ma non sono mai stato in quella terra che per cultura e lingua tanto ammiro, soprattutto per via di un discorso economico. Certo, potevo andarci per un week end, una settimana, ma per uno come me non avrebbe significato molto. Anche perché in una settimana non perfezioni la lingua e non respiri a pieni polmoni la cultura del posto. Ad ogni modo, non è stata una scelta così temeraria, o, almeno, non è partita come tale.
mentre ero a Bologna, nei momenti peggiori di angoscia da emigrante, pensavo "beh, sono venuto qui per non allontanarmi troppo, ma comunque sono lontano, tanto valeva allungare il passo ed andare all'estero". E già qui potrei chiudere il post. Andare all'estero, poi, avrebbe aggiunto quello spirito di realizzazione personale che avrebbe compensato eventuali attacchi di nostalgia. Ma, nonostante la mia duplice esperienza di emigrante, non avevo ancora il coraggio di fare la valigia da solo e partire, cercavo un appoggio anche minimo.
un giorno mi connetto a messenger e noto che uno dei miei contatti ha scritto "Glasgow" nel nick, era a lì a fare l'Erasmus fino a fine giugno. Un flash mi illumina: ho il contratto in scadenza a fine marzo (lavoravo alla Vodafone al 190) avevo messo abbastanza soldi da parte e avevo un appoggio. Inizio a informarmi sulla destinazione, chiedo un po' in giro. La mia preferenza era la Scozia per fascino, ma anche perché non volevo perdermi nel caos londinese. Però Glasgow mi tornava scomoda per migliorare l'inglese, dato che lì lo si parla con un forte accento. Inizia ad affacciarsi quindi Edimburgo, in realtà era sempre stata lì. Chiedo ovunque un paragone e l'opinione è quasi unanime. Ok, fanculo Glasgow, sticazzi l'appoggio, parto per Edimburgo.
ma una decisione del genere non la si prende così facilmente, occorre almeno un rito di passaggio, dovevo superare la conradiana linea d'ombra. Ad aprile torno a giù, rivedo i miei cari, rivedo i miei amici. Rapito dalla nostalgia, rincoglionito dai sentimenti, decido di non partire e di voler restare nel mio accogliente luminoso e radioso paese. Non ero in me, la paura, l'indecisione, la paura, la paura e l'indecisione, mi avevano offuscato.
a maggio torno a Bologna, dovevo ancora prendermi la patente (ebbene sì). Mentre sono lì l'agenzia interinale mi chiama: per una misura di sostegno al reddito, mi viene offerto di frequentare 5 giorni di corso su Office, con una retribuzione di 1000 euro. Altri soldi da poter investire. La mia mente inizia a vacillare, ma vaga ancora in uno stato caotico, non riuscendo a gestire la situazione. Per altre complicazioni, dovute anche ad un mio agire frutto della mia apprensione e confusione, viene a mancare l'ancora che mi teneva appigliatao al mio caratteristico e rinomato paese. Sbalordito, scosso, ancora più confuso, torno giù. Constatata la mancanza di legami, di resistenze, di appigli, recuperata per i cocci l'autostima e la forza, uscendone rinfrancato e libero, riprendo il progetto. Parto. It's now or never.
la cosa che più mi stupisce è la faccia che mi si fa quando dico che parto. Mi trovo davanti a un'espressione sconcertata e compassionevole. Nei giovani magari si nota un minimo di ammirazione, ma davvero un minimo, ma più si va avanti con l'età più aumenta lo sconcerto e la faccia da "poraccio lui" o peggio "ma questo è pazzo". Poi sarà che Edimburgo suona così esotica dal nome, magari dire Londra spaventerebbe di meno. Mi si chiede, con faccia ancor più preoccupata, "ma parti da solo? non hai nessuno?" e a questa mi incazzo. E' vero, ero il primo ad aver paura di partire da solo, ma è anche vero che non possiamo condizionare le nostre scelte in base agli altri. Non possiamo vivere di se e di ma, non potrei mai accettare di non aver realizzato un mio sogno "perché non avevo l'appoggio", è un discorso stupido. Il bello è che anche i ragazzi della mia età mi fanno questa domanda, e allora mi viene da pensare ai ragazzi canadesi, australiani, anche scozzesi e inglesi, che spesso ho visto girare con lo zainettone per Pompei o Sorrento. Alla fine, se dovessi partire per Milano, mi troverei di fronte alle stesse difficoltà. Spiego le mie ragioni, i miei studi, il mio odio verso il mio amorevole e amabile paese e Stato per estensione, solo lì l'espressione inizia ad aprirsi alla comprensione. Ma poi sopraggiunge uno sguardo distante del tipo "bah, contento tu".
riprendendo il post di un cavese a Dublino, non mi sento un eroe, non voglio farmi grande della mia impresa. Forse mi sento più vicino a un reietto, un apolide. Se devo dirlo chiaramente, nella mia scala dei valori, gli affetti sono al primo posto, per questo il mio ripensamento non era del tutto inaspettato. E' vero, il nostro paese non riversa in condizioni felici, ma non è solo per questo che vado via. Io sarei anche restato a lottare. Ma il destino ha voluto questo per me e io lo seguo senza rimpianti. Anzi, entusiasta: check my resumé! Potevo vivere un'anonima vita da torrese e invece, anche non essendone il tipo, almeno in partenza, fino ad ora ho vissuto nel vero senso della parola.
Gil Scott-Heron diceva "home is where the hatred is, home is filled with pain, and it might not be such a bad idea if I never, never went home again".
Eroe magari no, ma reietto mi sembra forzato!!!
RispondiEliminaVai ad Edinburgo quindi?
Cerca di resistere all "wet" summer :)
Una cosa. Tutti di guardano in maniera compassionevole ma, tra qualche anno, se resisterai e nessuna sindrome ti prendera', sarai tu a guardare loro in maniera sconcertata, quando questa esperienza ti avra' irrimediabilmente cambiato.
in effetti reietto è una parola grossa, rileggendo a freddo me ne rendo conto.
RispondiEliminaper il clima di Edimburgo so già tutto, anzi, non vedo l'ora di lasciarmi alle spalle il caldo che mal sopporto!
diciamo che di sindromi ne ho avute abbastanza, credo di aver già dato da quel punto di vista.
"Stava tornando nel luogo dove si ritira ogni ragazzo costretto al coraggio e alla prontezza: una nuova vita. Ovunque fosse diretto, non aveva paura"
RispondiEliminagrazie claudia :)
RispondiEliminaCiao, buona fortuna per la tua prossima partenza da un'altra italiana prossima a lasciare il Paese natale.
RispondiEliminaCredo sinceramente che abbiamo molto da dare, solo che l'Italia non ce ne offre la possibilità, quindi è giusto che cerchiamo queste opportunità altrove.
ciao Joan, grazie mille! tu dove andrai?
RispondiEliminaDi nulla, se non ci auguriamo buona fortuna fra noi...che dobbiamo fare? Eheheh!
RispondiEliminaIo ero indecisa fra Londra, Edimburgo e Dublino. Per una serie di motivi per ora ho scelto Londra, ma nulla esclude un non lontano futuro scozzese. Edimburgo è inoltre l'unica delle tre che non ho ancora visitato, conto di salire mentre starò a Londra per poterla finalmente vedere coi miei occhi.
Ma tu quando parti? Io il mese prossimo e anch'io dal Sud. Non ho ancora un blog, ma progetto di iniziarlo quando si avvicinerà la partenza.
ah beh destini simili insomma. Anch'io avevo Londra tra le opzioni, ma dopo aver vissuto a Bologna ho capito che le città a misura d'uomo sono la mia sistemazione ideale, quindi per questo ho scelto Edimburgo. Io parto il 1 settembre, magari ci beccheremo quando passerai!
RispondiEliminaIo partirò un paio di settimane dopo di te. Sì, davvero molto simili.
RispondiEliminaDublino mi era piaciuta tantissimo, ma da come ho potuto capire questo non è il momento giusto per andare là. Ho visto anche Londra recentemente e forte di questo fatto ho scelto di andare lì, anche io come te non ho appoggi e devo costruirmi tutto da sola. Ma talvolta il bello è proprio questo. E poi da Londra mi sarà meno complicato salire in Scozia non appena avrò la possibilità.
Ok, allora teniamoci in contatto, così ti faccio sapere quando salgo ad Edimburgo. Seguo anche il Blog di Alekos, infatti ti ho trovato da lì.
perfetto! ci ritroveremo tutti lì allora!
RispondiEliminama quindi parti da solo?
RispondiElimina(ahah) ;)
Ciao! Anche io ti ho trovato dal blog di Alekos.
RispondiEliminaIn bocca al lupo per la tua nuova vita!
Sto progettando anche io di trasferirmi nella cara Edin...per adesso ci passerò 6 giorni a capodanno...da sola...in attesa di una conferma lavorativa...
crepi!
RispondiEliminabeh dai, speriamo che anch'io sia ancora lì per capodanno!
certo! e magari ci si incontra!
RispondiEliminaCiao Michele,
RispondiEliminaanch'io ti ho trovato dal blog di Alekos.
Io ritorno in quel di Edinburgh il 3 settembre, ritorno perche' ci ho vissuto 2 anni e qlc mese, "breve" pausa estiva (maggio-settembre) visto che ho deciso di rivoluzionare (di nuovo!) la mia vita...
E anch'io nn vedo l'ora di tornare al fresco!! :D
Continuero' a seguirti, ciao ciao!!
ciao Sara! insomma siamo già una bella comunità! :D
RispondiEliminaci si vede lì magari! ciao!