sabato 26 settembre 2009

we did it

io ho un problema con le conquiste, con i traguardi. Non riesco a godermeli. Anche se sotto molti aspetti sono pigro e sfaticato, sotto altri sono un treno che non si ferma mai. Quando ottengo una cosa, non mi fermo a goderla, non riesco a goderne, perché penso subito a quello che c'è da fare dopo e non sarò soddisfatto finché non otterrò anche quello e così via. Non è salutare.

oggi mi chiamano dall'agenzia e mi dicono che il lavoro è mio. Sì ho provato gioia, ma un minuto dopo ero lì a pensare alle email che dovevo fornire all'agenzia per le referenze (richiesta assurda tra l'altro, cosa te ne fai delle mie referenze se sono stato preso?), alla banca con la quale aprire il conto corrente, alle cose da comprare.

non è salutare. Ma non ci riesco. Devo finire l'opera e godermela tutta. E lì me la godrò per davvero.

ma, ad ogni modo, tra tutte le mie conquiste, questa è la più grande. Posso finalmente dire di essere felice.

per il lavoro, non è il lavoro dei miei sogni, ma di questi tempi e soprattutto nella mia situazione, è oro. Lavorerò con contratto temporaneo, per ora, in un call center dove gestirò clienti inglesi e italiani per le riparazioni dei pc Sony Vaio. Non è il massimo, ma dopo aver lavorato 7 mesi all'inferno, ovvero alla Vodafone, questa è una passeggiata di salute.

lunedì 21 settembre 2009

roots

diciamo che sono a metà percorso, che per un po' posso tirare fiato, anche se la corsa è ancora lunga.

mi sono sistemato nella mia stanza, vivo con un neozelandese in un appartamento a piano terra, con un bel giardino con barbecue e un living room con mega schermo lcd e playstation 3. Il mio flatmate è ok, si parla bene anche se fatico a capirlo quando parla e spesso, quasi sempre, mi deve ripetere le frasi due volte. Cazzo, i neozelandesi riescono a parlare peggio degli scozzesi, anzi, sinceramente, a pensarci mi sa che vanno di pareggio.

in questi giorni ho avuto sensazioni contrastanti, gioie piene e sconforti totali. Spesso mi sono anche chiesto se avevo fatto la cosa giusta. Ma quando ho visto che le cose si stavano sistemando, anche grazie all'aiuto di qualcuno, ho capito che si può fare tutto se lo si vuole.

dopo i disordini iniziali, adesso che inizia la mia ordinarietà, capisco sempre meglio le mie motivazioni. Io non sono qui per una ribellione verso il mio Paese, anche se sapere che le cose non stiano andando bene mi conforta, non giudico dall'alto i miei connazionali, ognuno ha le sue motivazioni per restare nel posto dove vive. Queste motivazioni non hanno nulla a che vedere con la politica o l'economia, ognuno vive dove ha le sue radici. Nella maggior parte dei casi, queste radici sono le persone a noi più vicine: la famiglia, gli amici, la propria donna...

ed è per questo che io non vivevo bene, non perché il mio Primo Ministro è un deficiente, non perché la nostra economia sta andando a rotoli, non perché siamo la barzelletta d'Europa, ma perché non avevo più delle radici. E' vero, ho ancora la mia famiglia, ma ormai ho tagliato il cordone ombelicale da tempo e non è una ragione abbastanza forte per trattenermi.

anche se questa città è magica e davveri pochi posti riescono ad emozionarmi ogni volta come questo, so bene di non trovarmi nella Terra Promessa. Ci saranno meno problemi rispetto all'Italia, ma the world is a messed up place e l'unico paradiso possibile possiamo costruircelo solo noi. Se sono venuto qui è perché dovevo ricostruire una personalità che avevo perso, ritrovare delle motivazioni, sicurezza in me stesso. Dovevo mettermi alla prova. Ed ogni volta che ricevo complimenti per il mio inglese, che riesco a capire senza problemi un nativo, come al mio primo colloquio di lavoro, sento crescere dentro di me un orgoglio che avevo perso.

in nemmeno un mese ho già più ragioni per restare, che per tornare. Io sto bene qui e sento che questo è il posto dove devo essere ora. E penso che ci resterò a lungo, molto a lungo. Anche se... mai dire mai.

martedì 8 settembre 2009

the rise of the EdimBROS

un post veloce, mentre sono purtroppo ancora all'ostello, attendendo di trasferirmi domani da Ale, che mi fornirà un tetto per un po' fin quando non riesco a risolvere la situazione. Sperando di chiudere il tutto nella prossima settimana.

che dire. Io amo questa città, già mi sento a casa, anche se una casa non l'ho trovata ancora. Purtroppo venire a settembre è stata una vera e propria c***ata, troppi studenti e troppa concorrenza. Ho visto scene assurde, tipo 15 persone in fila sulle scale per poter visitare una stanza. Quando visiti una stanza è come un colloquio di lavoro e proprio come ai colloqui di lavoro sto affinando sempre più la tecnica.

anche se il tempo è spesso grigio, è così variabile che mentre sta piovendo può spuntare il sole. A volte quando l'angoscia di queste ricerche senza risultati sale, basta andare sul Northern Bridge per riprendermi. O magari andare a bere una birra con gli amici. Già perché ho già degli amici qui, ed è una cosa del tutto nuova per me che, anche se non sono un asociale, non ho mai fatto amicizie così in fretta.

il ringraziamento va soprattutto al già citato Ale, davvero non ho parole per descrivere 'sto ragazzo. E' anche merito suo se mi sono ambientato subito qui. Non gliel'ho detto ancora, ma si è assicurato una fornitura di sfogliatelle per un anno per tutto quello che ha fatto.

altri italiani sono in arrivo in terra scozzese, presto ci sarà una bella comunità. Ma mi raccomando, quando ci becchiamo si parla in inglese. E fu così che iniziò the legacy of the Edimbros.